Studio COMETS: la Rosuvastatina riduce maggiormente il colesterolo LDL rispetto all'Atorvastatina nei pazienti con sindrome metabolica


L'efficacia e la sicurezza di Rosuvastatina ( Crestor ), Atorvastatina ( Lipitor ) e placebo sono stati confrontati nei pazienti con sindrome metabolica nello studio COMETS ( COmparative study with rosuvastatin in subject with METabolic Syndrome ).

I pazienti presentavano sindrome metabolica con livelli di colesterolo LDL maggiore o uguale a 3,36 mmol/L ( 130 mg/dL ), e multipli fattori di rischio che conferivano un punteggio di rischio per la malattia coronarica a 10 anni maggiore del 10%.

Questi pazienti sono stati assegnati in modo random ( 2:2:1 ) a ricevere Rosuvastatina 10 mg, Atorvastatina 10 mg o placebo per 6 settimane.

Successivamente i pazienti che assumevano Rosuvastatina 10 mg, o placebo sono passati ad assumere Rosuvastatina 20 mg per altre 6 settimane e i pazienti che assumevano Atorvastatina 10 mg sono passati ad assumere Atorvastatina 20 mg.

A 6 settimane la riduzione del colesterolo LDL è risultata maggiore nei pazienti che hanno ricevuto Rosuvastatina 10 mg rispetto a quelli trattati con Atorvastatina 10 mg (analisi intention-to-treat per il trattamento randomizzato: 41,7% versus 35,7%; p < 0,001 ).

Significative riduzioni nel colesterolo LDL sono state anche osservate nei pazienti che hanno ricevuto Rosuvastatina quando confrontati con quelli riceventi Atorvastatina, a 12 settimane ( 48,9% versus 42,5%; p < 0,001 ). Più pazienti con Rosuvastatina che con Atorvastatina hanno raggiunto gli obiettivi prefissati di colesterolo LDL.

La Rosuvastatina ha aumentato in modo significativo il colesterolo HDL più dell'Atorvastatina. Entrambi i trattamenti sono risultati ben tollerati.

I dati dello studio hanno dimostrato che a dosaggi equivalenti, la Rosuvastatina ha presentato, rispetto all'Atorvastatina, un maggior effetto nella riduzione del colesterolo LDL e nel miglioramento del profilo lipidico nei pazienti con sindrome metabolica. ( Xagena_2005 )

Stalenhoef AF et al, Eur Heart J 2005; Epub ahead of print



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