Finerenone nel trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco a frazione lievemente ridotta e preservata. Risultati dello studio FINEARTS-HF


Il Finerenone, un nuovo antagonista selettivo non-steroideo del recettore dei mineralcorticoidi, ha dimostrato, negli studi FIGARO-DKD e FIDELIO-DKD, significativi benefici cardiovascolari e renali, riducendo nei pazienti con malattia renale cronica e diabete mellito di tipo 2 un ampio spettro di eventi, tra cui il declino del filtrato glomerulare, malattia renale terminale, la mortalità per cause cardiovascolari e le ospedalizzazioni per scompenso cardiaco.

Lo studio FINEARTS-HF ( Finerenone Trial to Investigate Efficacy and Safety Superior to Placebo in Patients with Heart Failure ) ha valutato il Finerenone nei pazienti affetti da scompenso cardiaco a frazione d’ezione lievemente ridotta o preservata ( HFpEF/HFmrEF ) ( FE maggiore o uguale a 40% ).

Il FINEARTS-HF ha arruolato oltre 6.000 pazienti (età media 72 anni; 46% donne) sintomatici e con elevati valori di peptidi natriuretici, inclusa una popolazione ad alto rischio arruolata durante o poco dopo un’ospedalizzazione per scompenso cardiaco; inoltre, contrariamente a FIGARO-DKD e FIDELIO-DKD, questo studio ha valutato anche pazienti non-diabetici e con funzione renale ampiamente eterogena. I pazienti sono stati randomizzati a Finerenone, titolato fino a un massimo di 40 mg al giorno, oppure a placebo.

Riguardo all’endpoint composito primario, costituito da mortalità per cause cardiovascolari ed eventi iniziali o ricorrenti correlati a scompenso cardiaco, si sono verificati nel gruppo Finerenone 14,9 eventi ersus 17,7 eventi nel gruppo placebo ogni 100 pazienti/anno (rapporto di frequenza 0,84; IC 95%, 0,74 – 0,95; P = 0,007), prevalentemente dovuto a una significativa riduzione degli eventi totali di peggioramento dello scompenso cardiaco (842 nel gruppo Finerenone e 1024 nel gruppo placebo, rapporto di frequenza, 0,82; IC 95%, 0,71-0,94; P = 0,006). La mortalità per cause cardiovascolari non è risultata significativamente diversa nei due gruppi (8,1% nel gruppo Finerenone e 8,7% nel gruppo placebo; RR, 0,93; IC 95%, 0,78-1,11),

I risultati per l’endpoint primario sono stati coerenti in tutti i sottogruppi pre-specificati, anche per quelli definiti in base alla frazione d’eiezione (minore di 60% o maggiore o uguale a 60%) e alla concomitante assunzione o meno degli inibitori SGLT2.

E' stato osservato un miglioramento della qualità di vita percepita alla scala KCCQ ( Kansas City Cardiomyopathy Questionnaire ), ma non della classe NYHA, né si sono registrate significative differenze nella mortalità per qualsiasi causa (16.4% vs 17.4%, HR 0.93; IC 95%, 0.83 – 1.069) o nell’endpoint composito renale, con un basso numero assoluto di eventi renali probabilmente per le caratteristiche della popolazione arruolata, che presentava.

Sono stati riscontrati incrementi della creatininemia e della kaliemia più comuni con Finerenone rispetto a placebo; valori di potassio maggiore di 6,0 mmol/L si sono osservati nel 3,0% dei pazienti nel gruppo Finerenone e nell’1,4% dei pazienti nel gruppo placebo, ma nessun episodio di iperkaliemia ha avuto esito fatale.

In conclusione, FINEARTS-HF rappresenta il primo studio condotto con un antagonista del recettore dei mineralcorticoidi (MRA) non-steroideo ad aver ridotto la mortalità per cause cardiovascolari e gli eventi correlati allo scompenso cardiaco nei pazienti con scompenso cardiaco e frazione di eiezioen preservata (HFpEF) e frazione di eiezione moderatamanete ridotta (HFmrEF), con un buon profilo complessivo di sicurezza. ( Xagena_2024 )

Fonte: ESC ( European Society of Cardiology ) Meeting, 2024

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