L’obesità non rappresenta una controindicazione al trapianto cardiaco


Le lineeguida per la selezione dei candidati al trapianto cardiaco sono state riviste per includere l’obesità, definita come indice di massa corporea ( BMI ) maggiore di 30 kg/m2, come una condizione per non concedere il trapianto.
Tuttavia, l’evidenza a sostegno di questa raccomandazione rimane debole.

I Ricercatori della Columbia University College of Physicians and Surgeon di New York, negli Stati Uniti, hanno esaminato la relazione tra indice di massa corporea prima del trapianto cardiaco e la sopravvivenza post-trapianto.
Sono stati utilizzati i dati dell’United Network for Organ Sharing ( UNOS ) Registry.

Sono stati esaminati 18.622 pazienti adulti, sottoposti a trapianto tra il 1995 ed il 2005.
I riceventi il trapianto sono stati divisi in categorie secondo l’indice BMI:

- sottopeso ( inferiore 18.5; n = 713 );

- normale ( 18.5-24.99; n = 7539 );

- sovrappeso ( 25-29.99; n = 6.915 );

- obeso ( 30-34.99; n = 2.857 );

- gravemente obeso ( 35-39.99; n = 515 );

- obeso patologico ( superiore a 40; n = 120 ).

E’ stato osservato che mentre i pazienti con peso normale hanno sperimentato la migliore sopravvivenza ( 10.1 anni ), la sopravvivenza dopo trapianto nei pazienti obesi ( 9.6 anni ) non era statisticamente differente dalla sopravvivenza dei pazienti in sovrappeso ( 9.7 anni ).

Pertanto, questa analisi non fornisce elementi a sostegno delle nuove raccomandazioni, ma dimostra che i pazienti obesi non sono associati ad un aumentato rischio di morte dopo trapianto cardiaco.

Inoltre, i pazienti in sottopeso sembrano avere lo stesso aumentato rischio di morte come i pazienti gravemente obesi o obesi patologici, specialmente nel primo anno dopo il trapianto. ( Xagena_2007 )

Fonte: American College of Cardiology Meeting, 2007




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Cardio2007