Pazienti sottoposti a cardiochirurgia: gli elevati livelli di omocisteinemia preoperatori sono associati in modo indipendente ad un’aumentata morbidità e mortalità


Gli elevati livelli di omocisteinemia sono associati non solo ad un aumentato rischio di malattia cardiovascolare, ma anche ad un aumento della morbilità e mortalità nei pazienti con malattia coronarica o malattia cerebrovascolare.
Ci sono pochi dati riguardo alla relazione tra iperomocisteinemia e morbilità e mortalità nei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico per bypass cardiopolmonare.

Ricercatori del Policlinico San Donato di Milano hanno condotto uno studio osservazionale prospettico riguardante 531 pazienti consecutivi sottoposti a bypass cardiopolmonare.

Elevati livelli plasmatici di omocisteina ( maggiori di 15 micromol/L ) sono stati riscontrati nel 39.4% dei pazienti, e l’iperomocisteinemia era associata ad una più alta mortalità e morbidità perioperatoria ( morbidità maggiore, ridotta gittata cardiaca, insufficienza renale acuta, infarto mesenterico, ed eventi tromboembolici ).

Anche dopo aver considerato le differenze nelle caratteristiche cliniche basali, nel punteggio EuroSCORE e nel tempo per il bypass cardiopolmonare, i livelli preoperatori di omocisteina sono rimasti indipendentemente associati alla mortalità ospedaliera ( odds ratio, OR=1.06 ), alla morbidità maggiore ( OR=1.04 ), alla bassa gittata cardiaca ( OR=1.04 ), all’infarto mesenterico ( OR=1.06 ), e agli eventi tromboembolici ( OR=1.09 ).

Questa associazione tra omocisteina e l’aumentato rischio di morbidità e mortalità è stata osservata particolarmente nei pazienti sottoposti a bypass coronarico ( CABG ).

Strategie antitrombotiche postoperatorie possono essere consigliate nei pazienti con iperomocisteinemia. ( Xagena_2009 )

Ranucci M et al, Eur Heart J 2009; 30: 995-1004



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Cardio2009