Esiti avversi in presenza di tachicardia ventricolare sostenuta nei pazienti con scompenso cardiaco sottoposti a impianto di CRT-P


E’ stata esaminata l’incidenza a 12 mesi, i fattori predittivi e la prognosi della tachicardia ventricolare sostenuta nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica, sottoposti a impianto di pacemaker biventricolare senza back-up di defibrillazione ( CRT-P ).

Lo studio di coorte, prospettico, Mona Lisa, è stato disegnato per determinare l’incidenza di tachicardia ventricolare sostenuta e il suo impatto prognostico nei pazienti che hanno ricevuto CRT-P entro l’anno dopo l’impianto.
Lo studio ha arruolato 198 pazienti con insufficienza cardiaca da moderata a grave, nonostante terapia farmacologica ottimale.

Nel corso del periodo osservazionale medio di 9.8 mesi dopo l’impianto, 8 pazienti sono andati incontro ad almeno un episodio di tachicardia ventricolare sostenuta ( 4.3% ), e si sono avuti 21 casi ad esito fatale, con una mortalità a 12 mesi dell’11.7%.

La presenza di tachicardia ventricolare sostenuta è risultata associata ad un alto rischio di morte cardiaca improvvisa e a più bassa sopravvivenza generale ad 1 anno ( p<0.0001 ).

In conclusione, l’incidenza di tachicardia ventricolare sostenuta rimane relativamente bassa nel primo anno dopo impianto di CRT-P, ma quando presente appare strettamente correlata ad esiti avversi nel breve periodo, specialmente morte cardiaca improvvisa. ( Xagena_2009 )

Boveda S et al, Eur Heart J 2009; 30: 1237-1244



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Cardio2009