Studio INNOVATION: efficacia e sicurezza del trattamento endovascolare dell’aneurisma dell’aorta addominale a 2 anni


Sono stati presentati i risultati dello studio INNOVATION. Uno studio multicentrico, prospettico, non-randomizzato in aperto, realizzato per valutare, in prima analisi, il profilo di sicurezza e le prestazioni di un sistema di endoprotesi utilizzato nel trattamento endovascolare dell’aneurisma dell’aorta addominale ( AAA ).

Condotta in Italia e in Germania, la ricerca ha coinvolto 25 pazienti tedeschi e 35 italiani affetti da aneurisma dell’aorta addominale, reclutati questi ultimi presso i Centri di chirurgia vascolare dell’IRCSS San Raffaele di Milano, della Ospedale Careggi di Firenze e dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

A due anni di distanza, il dispositivo ha mostrato buoni profili di efficacia e di sicurezza, senza incidenze di rigonfiamento dell’aneurisma o eventi avversi maggiori riconducibilli al dispositivo, assenza di migrazioni delle endoprotesi e nessuna rottura degli stent.

Il dispositivo utilizzato nello studio offre una valida alternativa terapeutica alla classica chirurgia, per tutti quei casi in cui le cui condizioni di salute del paziente non consentono di operare a cielo aperto.

Fino a 20 anni fa , l’unica opzione terapeutica proponibile ai soggetti affetti da aneurisma dell’aorta addominale era rappresentata dall’intervento chirurgico classico di aneurismectomia e innesto protesico; oggi è invece possibile utilizzare la tecnica chirurgica endovascolare mininvasiva, anche in anestesia locale, grazie proprio alla messa a punto di protesi sempre più avanzate, in grado di adattarsi alle caratteristiche anatomiche di ogni paziente.

La procedura di riparazione dell’aneurisma endovascolare ( EVAR ) prevede, mediante accesso percutaneo, l’introduzione di cateteri che, guidati a livello dell’aorta addominale, nel punto in cui è presente l’aneurisma, rilasciano uno stent.
L’apertura dello stent crea un nuovo varco attraverso il quale il flusso ematico è incanalato, evitando così di riempire, e quindi pressurizzare, l’aneurisma, scongiurandone il rischio di rottura.

I dispositivi EVAR tradizionalmente disponibili, spesso non consentono, a causa delle loro dimensioni o della scarsa flessibiltà, l’accesso al sito di intervento. Questo è vero, soprattutto per quei pazienti con anatomie tortuose dei vasi sanguigni.

I nuovi dispositivi, utilizzati nel corso dello studio INNOVATIVE, offrono invece una maggiore flessibilità, grazie ad un rivestimento idrofilico, e una migliore navigabilità a livello dei vasi, consentendo di praticare interventi di tipo sartoriali, cuciti su misura, rispettando le anatomie e le tortuosità vascolari dei singoli casi.

Intervenire tempestivamente , prima cioè che possa avvenire la rottura dell’aneurisma, è di fondamentale importanza.
La morte provocata dalla rottura improvvisa dell’aneurisma dell’aorta addominale sopraggiunge in 8 pazienti su 10, o perché non si riesce a intervenire chirurgicamente o per l’insorgenza di complicanze post-intervento.
Invece l’individuazione della malformazione e la programmazione di un intervento pre-rottura, è associato a una mortalità inferiore al 3%.
Questo è il motivo per cui la patologia va diagnosticata precocemente e l’intervento chirurgico pianificato prima che il rischio di rottura divenga elevato.

Nel mondo, si stima che siano 24 milioni le persone affette, 84.000 solo in Italia, con una significativa prevalenza nel sesso maschile ( il rapporto uomini/ donne è di 5:1 ).
È una condizione largamente diffusa, il cui decorso generalmente asintomatico, ne ritarda la diagnosi.

Per i soggetti potenzialmente a rischio ( uomini, fumatori, persone di età superiore ai 65 nni, con familiarità per l’aneurisma dell’aorta addominale ) basterebbe semplicemente effettuare una volta all’anno una ecografia dell’addome. ( Xagena_2014 )

Fonte: Cordis, 2014

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